Expo, il padiglione dell'Unione europea tra agricoltura e scienza

"Expo, il padiglione dell'Unione europea tra agricoltura e scienza", Cafebabel Milano, 29/07/2015

Alex e Sylvia rappresentano l'agricoltura e la scienza. Tradizione da un lato, innovazione dall'altro. Mettendo insieme questi elementi, l'Unione europea vuole rispondere alle grandi sfide di Expo. Il direttore del padiglione Matteo Fornara ci ha raccontato come.

 

Di fronte a Palazzo Italia, a un passo dall'Albero della Vita. Il padiglione dell'Unione europea ad Expo è in un luogo centrale, non si può non vederlo. Noi ci siamo andati. Ci siamo goduti il filmato animato con effetti speciali (al secondo tentativo, a causa di un guasto tecnico), abbiamo scambiato quattro chiacchiere coi giovani volontari e ci siamo fatti raccontare dal direttore Matteo Fornara il messaggio che vuole lasciare l'Ue ai visitatori dell'esposizione universale.

cafébabel: Com’è strutturato il padiglione dell’Unione europea ad Expo?

Matteo Fornara: Al piano terra, quello dell’esperienza per i visitatori, c’è il nostro obiettivo di comunicazione. La storia proiettata è un cartoon, basata su due personaggi: Alex, un agricoltore e Sylvia, scienziata. La loro storia rappresenta il valore aggiunto del lavorare insieme, quello che fa l’Ue con il motto “Uniti nella diversità”, e vuole mettere insieme l’agricoltura, quindi tradizione, risorse e valori dell’Ue, e la scienza, l’innovazione e la ricerca.

La seconda parte del nostro padiglione ha una sala conferenze, dove si svolgono gli eventi del nostro programma scientifico. È una parte più istituzionale, che vuole lasciare un’eredità al dibattito di Expo. Abbiamo un comitato scientifico, presieduto dall’ex commissario per l’Agricoltura Franz Fischler e composto da ricercatori che rappresentano molti paesi dell’Ue, che ha definito un piano di eventi legati a cambiamenti climatici, ambiente, industria.

La terza parte riguarda le relazioni tra imprese. Favoriamo le relazioni tra imprese europee e di altre parti del mondo. Finora abbiamo fatto circa 5mila matching di imprese.

cafébabel: Il padiglione si trova  di fronte a Palazzo Italia, a pochi metri dall’Albero della Vita. Siamo al centro di Expo. La posizione non è stata scelta a caso.

MF: Abbiamo negoziato e Expo e le autorità italiane hanno accettato a metterci dentro a Padiglione Italia per rappresentare il valore politico dell’Ue, che non è un paese straniero nei confronti dell’Italia. Dal punto di vista politico-istituzionale è un valore aggiunto importante, perché non volevamo essere tra due paesi stranieri qualsiasi. Vogliamo cercare di far capire anche qui, con la nostra presenza, che l’Ue è una dimensione della quale tutti facciamo parte: siamo cittadini italiani ma anche cittadini europei.

cafébabel: Il video è molto interattivo. A chi si rivolge? È un modo per avvicinare i più giovani?

MF: Loro sono il nostro target principale. Il filmato centrale è molto divertente, realizzato in 4d e con effetti speciali. Abbiamo avuto molti visitatori durante i due mesi, perché per le scuole è ideale. Con il nostro racconto i professori riescono, in maniera divertente, a coinvolgere gli alunni e spiegare qual è il messaggio, che comunque si vede nelle altre sale. Nella sala del post-show si possono approfondire alcune tematiche relative all’Ue: l’agricoltura, l’impresa, la ricerca, lo sviluppo nei paesi del Terzo mondo.

cafébabel: Quali sono i numeri degli accessi?

MF: Adesso siamo un po’ scesi, perché d’estate le scuole non ci sono. Abbiamo superato i 200mila e vogliamo raggiungere i 500mila, contiamo che a settembre riprenda un flusso più alto.

cafébabel: Qual è il messaggio principale che volete lasciare a chi visita il padiglione dell’Unione europea?

MF: Il nostro grande messaggio  è che mettendo insieme agricoltura e scienza si contribuisce a dare delle risposte al grande tema di Expo per il futuro: come nutrire il pianeta in maniera sana, sufficiente e sostenibile nel  2050, quando ci saranno 9 miliardi di persone. Lo si riuscirà a fare se riusciamo a mettere insieme i valori rappresentati dalla tradizione, come la qualità, utilizzando anche la scienza per migliorare la produttività e la distribuzione per raggiungere tutta la popolazione mondiale.

cafébabel: In che modo Expo può essere opportunità per l’integrazione di tutta l’Ue?

MF: L’apprezzamento da parte dell’opinione pubblica verso l’Ue è ai minimi storici, per diverse ragioni. In Italia è sceso molto negli ultimi anni, ed è un peccato. Intendiamo rivolgerci soprattutto alla base dell’opinione pubblica, e se si riesce a far passare questo messaggio i visitatori escono con un apprezzamento positivo per l’Ue. Si sentono più europei e capiscono che è meglio lavorare insieme di fronte a sfide che sono troppo grandi da risolvere a livello dei paesi.

Lavoriamo molto anche sui social media, e i dati che abbiamo su Facebook, Twitter e il sito sono incoraggianti. Siamo riusciti a coinvolgere un numero di persone che va al di là di quelli che poi vengono qua ad Expo. E questo è fondamentale perché sono tutti giovani. Lavoriamo sulle emozioni qui, più che sulla sostanza: dare un’emozione positiva alla gente che entra è il nostro obiettivo, non sempre l’Ue l’ha fatto nella sua comunicazione, e questa è una delle ragioni per cui oggi ci troviamo in questa crisi di apprezzamento.

cafébabel: Giovani, provenienti da tutta Europa. I volontari del padiglione sono il vostro punto di forza. Come mai avete scelto di puntare sui giovani e come li avete reclutati?

MF: Siccome ci rivogliamo ai giovani, abbiamo scelto di puntare su di loro perché è meglio che questo messaggio sia dato da coetanei. Finora siamo entusiasti di questo programma, coordinato dal Centro servizi per il volontariato di Milano, che si rivolge soprattutto agli studenti Erasmus. I nostri volontari sono 60 ogni 15 giorni, in totale saranno più di 900. Il 60% sono italiani, gli altri vengono dai paesi Ue e Stati del programma Erasmus. Tra di loro si crea una community, ed è un valore aggiunto per loro. Poi dà un’immagine giovane del padiglione, una cosa per noi fondamentale.

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