Parlano i volontari dell’Unione Europea a Expo: tanta determinazione e speranza in un’Europa in grado di ascoltarli di più

Sono giovani, preparatissimi, conoscono più lingue e vengono da tutto il mondo. Sono accomunati da un'energia positiva contagiosa e da un sogno: lavorare per una grande organizzazione internazionale.
Sono i volontari del Padiglione dell'Unione Europea a Expo Milano 2015, energia vitale e vera anima della presenza dell'Unione Europea all'Esposizione Universale di Milano. Sono loro che, ogni giorno, guidano i visitatori del padiglione lungo il percorso espositivo, fornendo indicazioni utili per interpretare i messaggi che l'Unione Europea ha scelto di veicolare attraverso un mezzo innovativo: “La Spiga d'Oro”, un cortometraggio di animazione ricco di effetti speciali e che riflette su importanti temi come l'utilità della ricerca scientifica per la salvaguardia dell'ambiente – impersonificata da Sylvia, la scienziata - e il rispetto e la passione per la terra e i frutti che essa può dare – rappresentati dall'agricoltore Alex.

Una storia di amore per ciò che si fa e per ciò in cui si crede, lo stesso amore che diventa entusiasmo e spinge i  volontari a dedicare due settimane del loro tempo per vivere questa nuova esperienza a Expo, da tanti definita“unica”.

 E' vero entusiasmo quello che traspare quando  raccontano le loro storie fatte di tanto studio e impegno, aspirazioni e prospettive future. Storie lontane e vicine che vmeritano di essere condivise, perché loro sono un po' il nostro futuro.

Mccauley Pugh, 21enne americano,  viene da Seattle, studia Scienze Politiche a Dublino ed è in Erasmus a Macerata. Insomma un “cittadino del mondo” che ha scelto di partecipare a Expo proprio perché crede negli eventi organizzati a livello internazionale.
 E poi c'è Saniya Giniatullina che viene dal Kazàn, in Russia. Lei studia Economia Internazionale a Kuopio in Finlandia e nonostante i suoi 23 anni sembra avere le idee molto precise sul tema “Europa e giovani”. Saniya  è già coinvolta attivamente nelle organizzazioni europee dedicate ai giovani, come per esempio l'Erasmus Student Network. E alla domanda “cosa vorresti che facesse l'Europa per i giovani?”, lei risponde sicura: “Vorrei che l'Unione Europea fosse più aperta e attenta alle esigenze dei giovani, come l'istruzione, gli alloggi e altri benefit per gli studenti per esempio. Più ascolto che si deve tradurre in politiche attive nei nostri confronti”.

 I volontari sono la nuova generazione che studia e lavora per cambiare e migliorare l'Europa, il mondo. E vogliono essere semplicemente ascoltati di più.

Anche perché i nostri volontari sono giovani che credono nell'Unione Europea e nelle sue possibilità. Come Michele Roggero – giovane di Sassari che studia Relazioni internazionali a Milano  - a cui piacerebbe “un'Unione che sia tale, e quindi unita, solidale al suo interno, capace di convergere verso obiettivi comuni non solo economici o politici, ma anche sociali e comunitari. Un po' banale forse – ammette Michele - ma gli Stati Uniti d'Europa non sono un'ipotesi così malvagia secondo me… ne potremmo beneficiare tutti!”.

Hanno idee giovani e che vengono da lontano, sono quel vento di novità di cui ha bisogno l'Europa e sono anche l'anima stessa che si respira nel Padiglione dell'Unione Europea a Expo. Sanno cosa vogliono e capiscono anche le difficoltà che può avere l'Unione Europea nel  relazionarsi con loro. Proprio come sostiene Pierluigi Fusco, giovane studente di Ingegneria meccanica presso l'Università di Napoli, che è consapevole di quanto sia difficile coinvolgere i giovani al giorno d'oggi. “Approcciarsi alle nuove generazioni è sempre più complicato per le istituzioni. Il modo migliore per avvicinarsi alla loro realtà è  coinvolgerli nel quotidiano attraverso iniziative, progetti e programmi in grado di rispondere alle loro esigenze”. Pierluigi propone più apertura da parte delle scuole e delle università a progetti internazionali, essenziali per aprire le menti dei giovani, arricchire il loro bagaglio di esperienze che devono essere formanti soprattutto se si desidera poi lavorare in grandi organismi come l'Unione Europea o comunque in aziende in cui è richiesta la capacità di lavorare in contesti multiculturali.

 E quale migliore banco di prova se non l'Esposizione Universale di Milano 2015 per affinare queste competenze come  sostiene Geoffrey Kwala, 20enne australiano che studia Gestione delle Risorse Ambientali a Colonia, in Germania: “Expo è il luogo ideale se vuoi fare un'esperienza in un contesto multiculturale. Perché Expo, in poche parole, è un mondo intero racchiuso in un guscio di noce!”.


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