Il quadro europeo delle qualifiche
(QEQ) consente di classificare le qualifiche in modo sistematico, sulla base dei risultati dell’apprendimento: ciò che una persona sa ed è in grado di fare se ha una certa qualifica, piuttosto che il luogo in cui il diploma è stato conseguito. Il QEQ, un quadro di corrispondenza tra le qualifiche nazionali dei vari paesi, fungerà da punto di riferimento comune in Europa.
L’obiettivo è quello di rendere più comparabili in tutta Europa le qualifiche nazionali; ad esempio, un datore di lavoro irlandese potrà “comprendere” meglio le qualifiche di un candidato ungherese e valutarne l’idoneità al lavoro offerto.
Al varo ufficiale del quadro delle qualifiche, il 26 novembre 2007, il commissario europeo per l’Istruzione, Ján Figel, ha dichiarato: “Si tratta di uno strumento per realizzare alcune delle priorità essenziali dell’UE: la mobilità, la cooperazione tra paesi, la promozione della prosperità e l’aiuto ai singoli individui affinché possano realizzare il proprio potenziale attraverso l’apprendimento”.
Il QEQ è il primo quadro internazionale riguardante l’intera gamma di qualifiche: istruzione superiore, formazione professionale, istruzione per gli adulti e istruzione generale. Tutti i 27 Stati membri dell’UE sono invitati a collegare i rispettivi sistemi nazionali delle qualifiche al QEQ entro il 2010, con l’obiettivo finale di inquadrarvi tutte le qualifiche entro il 2012.
I lavori per la realizzazione di questo quadro di riferimento sono stati avviati nel 2004, quando un simile quadro esisteva soltanto in Francia, Irlanda e Regno Unito. Ora, invece, quasi tutti i paesi dell’UE stanno mettendo a punto il proprio.
Il QEQ si aggiunge a programmi comunitari già esistenti, quali Europass, Ploteus e il programma per l’apprendimento permanente, ognuno dei quali mira a migliorare il sistema di riconoscimento delle qualifiche, nonché ad incoraggiare tutti i cittadini europei che lo desiderano a lavorare e studiare in un altro paese dell’UE.
Apprendimento permanente
Il portale europeo della mobilità professionale